BAMBOO, ATTENTI ALLE BEFFE MEDIATICHE

locandina bambu 27 febb - web1

V. Progetto GREEN WORKERS

by Thomas Allocca
Esperto internazionale di bamboo da legno, fondatore Madake Project
www.wooden-architecture.org

Senza ombra di dubbio i bamboo si stanno rivelando una delle più sorprendenti risorse naturali al mondo sia in termini di potenzialità di applicazioni che nello specifico in termini di produzione di biomassa. La stessa United Nations Organization attraverso il gruppo di lavoro Intergovernmental Panel on Climate Change già da diversi anni sta prendendo in esame programmi di supporto finanziario o di agevolazione fiscale per chi si attiva in piani di forestazione con bamboo giganti nell’ambito delle strategie di mitigazione dell’effetto serra dovuto alle emissioni di CO2, e l’Asia, Cina in testa, stanno puntando molto a tale indirizzo UNO-IPCC poiché hanno ormai superato da almeno dieci anni gli USA in emissioni di CO2. In altre parole sui bamboo da biomassa si sta puntando sempre piu a livello internazionale e con cognizione di causa perché si tratta effettivamente di una rivoluzionaria risorsa conosciuta da sempre ma solo di recente portata sotto i riflettori, dunque anche poco esplorata e nota nelle sue massime potenzialità in termini energetici, ma ovviamente ciò crea anche side-effects sul mondo dei mercati speculativi di massa, sempre pronto a fare di un interesse sociale un business, costi quel che costi, anche vendendo illusioni e rasentando la truffa. Sulla scia di tale interesse e sulla necessità per molte aziende agricole di convertire le produzioni con colture piu redditizie, molti gli esperti che a livello internazionale si sono lanciati in proiezioni di sviluppo e proposte di coltura, in Italia il sottoscritto. Forte di una lunga esperienza sia nello specifico settore dell’architettura in legno come designer e giornalista, esperto di sviluppo sostenibile e collezionista e studioso di bamboo da legno anche collaboratore delle riviste specializzate della American Bamboo Society e della European Bamboo Society, nel 2012 ho lanciato a livello nazionale il Madake Project per una rete di piantagioni di bamboo gigante da legno pregiato tutt’oggi attiva e sempre più in espansione. Ebbene, fuor di dubbio che mi aspettavo che il progetto e la promozione dei bamboo avessero presto fatto emergere come funghi dopo la pioggia gli speculatori del momento, per lo più venditori di piante già attivi nel mondo vivaistico di massa, ma siamo nel libero mercato ed ognuno può  vendere e vendersi come vuole, quando però ho iniziato a ricevere telefonate da tutta Italia con richieste specifiche di piante non solo di specie poco adatte al clima italiano ma addirittura provenienti da riproduzioni di massa da laboratorio su cui i dati scientifici ad oggi sono per lo più scadenti e non attestanti un effettiva qualità genetica migliore di quella dei cloni originali, ho capito che qualcuno stava approfittando oltre la decenza, senza alcuno scrupolo, poiché da esperto non potevo che giudicare quanto la gente mi raccontava che le proposte offerte non avevano cognizione di causa né a livello scientifico né a livello imprenditoriale. Si stanno vendendo illusioni a chi per lo più si trova con aziende agricole in agonia, e fatto con le specie sbagliate e con cloni di dubbia qualità genetica non si può che pensare che o si è talmente ignoranti in materia o si vende di proposito fumo certi di mancanza di conoscenze da parte dei compratori cosi da non avere contraddittorio. Insomma, non una cosa di cui andare fieri se alla fine non si è fatto altro che vendere migliaia di piante ma rendendo ancor più agonizzante l’agricoltura italiana perché molti attivano mutui che non credo recupereranno più. A maggior ragione se oltre alla specie meno appropriata si investe su piante da laboratorio, poiché si tratta di piante il cui alto tasso di mortalità è dato dalla sterilità  in cui vengono riprodotte mentre il mondo reale esterno ai laboratori è altamente settico. Ma vengo al dunque senza entrare troppo nel dettaglio o mi occorrerebbe una conferenza per spiegare tutto ciò che so e che c’è dietro al mondo sia vivaistico di massa che a quello scientifico delle effettive potenzialità dei bamboo. Mi premeva in sostanza mettere in guardia chi affascinato dal bamboo non si affidasse a chiunque anche solo per una consulenza perché la possibilità per l’Italia di guadagnare anche dai bamboo c’è e lo dico da esperto ancor prima che direttamente in causa come uno dei massimi promotori al mondo dei bamboo da legno, ma fatelo con cognizione di causa perché i bamboo da legno non sono tutti uguali come non sono uguali i legni degli alberi, perché una piantagione da legno richiede almeno otto anni per necessità scientifica e non si può tagliare legno a valore commerciale di pregio massimo prima di allora, perché a seconda della specie esistono sesti di impianto differenti e troppe piante ad ettaro non daranno mai canne grandi se non a costi sconvenienti di impianto e irrigazione e fertilizzazione e solo dopo aver tagliato migliaia di canne inutili, perché i ricavi sono certamente superiori a pioppo e paulownia, anche dieci volte superiori, ma con il legno migliore della specie giusta o anche producendo tonnellate di biomassa non troveranno mercato o comunque non con redditi da mercato di pregio. Come dico sempre ai chi mi chiede consulenza, se c’erano specie migliori di quelle di cui mi occupo con cloni migliori da esperto mi sarei occupato di quelle, e se da professionista del legno dico che anche avendo regalate alcune specie le rifiuterei allora si tenga bene in mente quale sistema complesso c’è dietro il mercato del legno e di cui bisogna tener conto. Se ad esempio oggi qualcuno mi regalasse tonnellate di legno di Phyllostachys Edulis (moso) cresciuto in Italia lo dovrei comunque rifiutare perché  solo trasformarlo in Italia avrebbe un costo già superiore a quanto stessa qualità di produzione finale costerebbe al sistema asiatico. Ragion per cui anche ad avere la materia prima gratuitamente, con la specie sbagliata si è perdenti, ovviamente se del bamboo si vuole fare oggetto d’impresa competitivo con il mercato internazionale e non oggetto di pura passione culturale.

114 pensieri su “BAMBOO, ATTENTI ALLE BEFFE MEDIATICHE

  1. antonio

    Salve a tutti.
    anni fa (2007) piantai alcune varietà di bambù nel mio terreno.
    riporto la mia esperienza.
    il Phyllostachys edulis(Moso):
    piantato 2 volte dopo cinque anni è morto.
    Per avere un buon attecchimento necessita di clima costantemente umido(che non ho ), di buon terreno agronomico e di acqua a volontà.
    Consiglierei di piantare il P. edulis munito con almeno 80 cm di rizoma perché le piantine in vaso da 20 cm hanno poche probabilità di successo. In climi secchi le dimensioni dei culmi sono ridotte.

    Phyllostachys Bambusoides (Madake):
    pianta da vaso 20 cm si diffonde velocemente, buona tolleranza alla siccità ma per avere culmi di ragionevoli dimensioni ci vogliono più di 10 anni. si adatta a tutti i terreni.

    Un’altra varietà che non sottovaluterei è il Phyllostachys viridis.
    Ho altre varietà con me ma non mi dilungo.
    Un saluto a tutti.

    Antonio

  2. vito

    salve a tutti scrivo dalla sardegna
    mi stanno proponendo di piantare il bambù che con una spesa di 10,000 euro a ettaro, se ne può guadagnare dal quarto anno 40,000 euro all’anno

    cosa ne pensate
    vi ringrazio in’anticipo

    1. enrico

      Quale impresa ti dà la matematica certezza di un guadagno? e soprattutto ti quantifica il guadagno con i in fondo con un impegno di spesa abbastanza limitato (10-12000 euro). Poi ti avranno detto che dal 4° anno guadagni 40 mila euro e così pure tutti gli anni successivi (sbaglio?) visto che poi una volta che il bambuseto è avviato si taglia ogni anno. Mi pare un po’ strano, staremo tutti a piantar bamboo..
      Comunque ti dico questo: io e un mio socio abbiamo comprato un ettaro di terreno per piantarci il bamboo, ci hanno portato delle piantine di 3-4 cm (una società che sta in emila ) che sono morte quasi tutte dopo 5 mesi. Intatnto gli abbiamo dato 12000 euro per 400 piante (prima i soldi e poi le piante). Ce le hanno ridate una seconda volta senza farci spendere nulla (vorrei vedere). Non mi pare una cosa molto seria. Ora pare che le piante stanno andando bene (sono ancora vive), ma la seconda volta ci hanno dato piante da 50 cm almeno.
      Io mi sono separato dal mio socio e gli ho ceduto la mia parte perchè la cosa stava prendendo una brutta piega. L’idea del guadagno elevato, facile e senza fare praticamente quasi nulla, visto che il bamboo ha una scarsa manutenzione a mio avviso acceca e non rende consapevoli di quello che si sta facendo rende irresistibile l’idea di avere il proprio bambuseto come miniera d’oro. Essere accecati dal guadagno facile mi pare una bella trappola.
      Chi può garantire il prezzo del bamboo tra cinque anni? Eppoi siamo sicuri che ci sta qualcuno che se lo compra il bamboo in italia e a quanto ce lo mettono? In cina ci sono milioni di ettari a bamboo!!
      Intanto la società che vende le piante sostiene di aver venduto piante per mille ettari in Italia; fate il calcolo: 1000 ettari a 12000 euro ad ettaro in piantine vendute fa esattamente 12.000.000 dodicimilioni di euro. Vorrei sapere chi ha fatto i soldi??? me lo spiegate???

      1. mario

        C’è un progetto “Alma Bamboo”, che offre la possibilità a TUTTI gli utenti, di poter accedere anche con quote minime al grande business derivante da una piantagione di bambù gigante.
        La società che lo presenta si chiama proprio “Alma Bamboo”
        La piantagione di bambù gigante di 5 ettari, piantumata con 1200 piante per ettaro, produce, a bambuseto maturo, in media:
        2500 culmi
        7500 kg di germogli
        per singolo ettaro, ogni anno.
        Grazie alla speciale convezione pluriennale con il CONSORZIO BAMBU’ ITALIA, conosciamo già in anticipo il prezzo di ritiro stabilito per l’intera produzione della piantagione:
        PREZZO SOGLIA
        2 – 5 euro al kg per i germogli 12 -15 euro per il singolo culmo
        La stima di produzione varia dai 45.000 euro agli 80.000 euro annuali PER SINGOLO ETTARO in base all’intensità di sviluppo della piantagione.
        Inizio produzione della piantagione: DAL 2° ANNO dalla piantumazione
        Rientro del capitale in circa 4 anni
        Che ne pensate?

        1. Simone Itri Autore articolo

          il problema è che sono solo chiacchiere ed il consorzio di cui parli per quanto ne sappiamo non da alcuna certezz sul ritiro, anche considerando che a quanto risulta sempre da noi il culmo attualmente sul mercato vale 1-2 euro contro i 12-15 che promettono…

        2. Dino

          Ciao Mario,
          Sono un appassionato cultore del bambù in generale e leggendo il tuo post mi chiedo in base a quale parametri viene stabilito il prezzo per singolo culmo 12-15 euro ?
          Presumo in base alla qualità, quindi : Altezza, spessore interno del legno, diametro del culmo, età dello stesso ecc. ecc., detto ciò, chi mi garantisce che il nuovo bambuseto in una specifica zona di impianto, una volta entrato in produzione, abbia tutte queste qualità ?
          Come tutte le piante anche il bambù viene influenzato dalle caratteristiche pedoclimatiche della zona di coltivazione, che pur adattandosi bene a diverse condizioni non è detto che possa ottenere dei culmi di qualità e con le caratteristiche richieste dal mercato.
          Per cui, considerando che parliamo di una pianta di recente introduzione nel Ns. paese, e tenuto conto che ancora non vi sono ancora in produzione, a mio avviso- l’unica cosa certa è l’elevato costo iniziale, mentre tutto il resto rimane una bellissima prospettiva ma al momento, un’aleatoria previsione.

  3. Serghei Istrati

    Salve a tutti…
    Sono Serghei Istrati un privato. Amo tanto la natura e odio tanto tutto ciò che la maggior parte delle industrie producono, visto l’impatto dannoso che ha su clima…
    Allora qui si parla del BAMBOO che sia di un tipo o di un altro non ha importanza… Considerando la vasta gamma di assortimento..
    Ogni tipo è ottimo. Se sai usarlo, come usarlo e dove…
    Tutti parlano di ettari chilometrici, piantare o non piantare… Se aspettate Che DIO scenda e vi prenda per la mano indicando dove è cosa fare in cosa investire… Non accadrà mai…
    Tutti chiedono preventivo… Ma siete matti???? Quanto potrò guadagnare????
    Mio zio ha boschi di noci piantato più di 13 ani fa.. I profitti le ha cominciato avere da soli 2 anni. È vero il bambù cresce più veloce al giorno cresce tra 5 – 30 cm al giorno se ha abbastanza acqua…. Ma si parla di profitti quindi deve aspettare minimo 4-7 anni…
    Domanda???? Ma avrò clienti o no??????
    Qui dipende anche da persona a persona, quanto sei in grado di divulgare ciò che produci.
    Nessuno ti vera a casa da solo
    Con se è forse non si fa niente…..
    IL BAMBOO È UNA RISORSA D’ORO IN TUTTI I CAMPI
    Se ci sono pochi in Italia a saper come sfruttarlo a oggi giorno tra 6 anni ci saranno di più…
    Io ho un detto che amo molto CON NIENTE SI FA NIENTE
    SE AVETE INTENZIONE DI PIANTARE PIANTATE MA CON CERTE MISURE E NEI LIMITI
    Piantate e nel frattempo che cresce fate altro..
    Il mercato del BAMBOO è sempre stato e lo sarà sempre nei anni
    Ciao a tutti..
    Chi critica contro spesso ben volentieri non ha voglia di far un c….

  4. Maurizio

    Io il bambu ce l’ho appena fuori dal giardino perchè piantato dall’imbecille del vicino. Perchè solo un imbecille può piantare il bambù dove non lo puoi controllare!
    é una pianta infestante e come tale cresce dove trova spazio e come gli pare con buona pace dei sesti di impianto proclamati dagli espertoni.
    Anzi qualche “esperto” mi dovrebbe spiegare come eliminarlo data la resistenza a diserbanti e disseccanti. Ha un apparato radicale sviluppatissimo, ho visto spuntare canne anche dai tombini.
    Consiglio di farsi spiegare come controllare la pianta per evitare le querele dei confinanti quando saranno invasi dalle piante o anche solo dall’enorme quantità di foglie che produce.

    Comunque è un’ottima idea!
    mi ricorda l’allevamento di cincillà e di lombrichi….

  5. SALVO

    Salve a tutti
    Anche io sono interessato ad impiantare bambù, e come molti ho contattato la ONLYMOSO, che cordialmente mi hanno fatto richiamare da un loro agente di zona, ci siamo incontrati, abbiamo parlato della questione bambù e per dovere di cronaca, ci tengo a precisare (per quelli che dicono che sui contratti proposti dal consorzio non ci sono indicati i prezzi del ritiro della merce), che il consorzio in questione oltre a dare incentivi, stabiliti in base alla grandezza degli appezzamenti da coltivare, sui contratti per il ritiro merci decennali, da loro proposti, ci sono gli importi, e sono € 2,50 al chilo per il ritiro dei germogli ed € 12,00 per le canne, poi se i primi raccolti di germogli e canne saranno possibili dopo 8 anni invece che 3/4 come conferma il consorzio questo si scoprirà strada facendo e a quanto pare, in Italia nessuno ha un bambuseto di 3/4 anni e può testimoniare raccolti ?
    Spero che qualcuno possa rispondere, saluti a tutti Salvo

    1. Simone Itri Autore articolo

      quel ce si contesta è che non ci sono garanzie sul ritiro (specie garanzie fidejussorie o simili) chiunque può scrive un impegno ma se poi non lo onora? per questo servono garanzie… secondo in italia ci sono e come bambuseti produttivi almeno 2 uno qui nel lazio uno nel nord italia ed entrambi hanno testimoniato tempistice oltre gli 8 anni…

  6. luca

    Mi sembra che venga reclamizzata una produzione come se fosse il sacro graal.Personalmente non sono interessato al bamboo che è una coltivazione forse nuova da noi ma millenaria in cina e se ci fossero gli strepitosi guadagni prospettati la cina avrebbe già acquistato proprietà ed aziende all’estero come sta facendo in altri settori. Cmq quello con cui posso contribuire alla discussione è la parte restante ovvero le biomasse e le altre piante.Dal punto di vista delle biomasse che la pianta possa avere interesse è tutto da verificare.Pur essendo un sostenitore delle biomasse a parte l’uso locale della legna come legna da ardere risulta nn economico sviluppare centrali a biomasse per via della dispersività della produzione.In altri termini la spesa energetica ed economia della raccolta del prodotto supera di gran lunga quella della produzione.Quindi a parte zone particolari in cui sono presenti grandi estensioni , con alta capacità di irrigazioni e vicinanza logistica del consumatore che si possa ricavarne un guadagno è assai dubbio.Peraltro le specie a maggior valore energetico sono il miscanto e il sorgo , specie sulle quali l’enea in un centro specializzato sta facendo ricerca.Ma anche queste rendono solo dove ci sono condizioni particolari.Sull’utilizzo come legno….onestamente nn vedo proprio come possa essere usato.Vero che ci vogliono 15-20 anni o anche più per un albero di noce o di castagno ma è tutta un’altra cosa.Peraltro visto che mi occupo anche di restauro i mobili in legno vedo difficile anche il suo utilizzo essendo assente il durame che poi è la parte che si lavora.In Asia è utilizzato ma si tratta di una cultura di tipo diverso , peraltro priva di norme all’europea…per questo le impalcature sono tuttora in bamboo , e qui a parte utilizzi marginali nn vedo grandi prospettive.Poi basta valutare da soli:a chi piacerebbe mettere un pavimento in bamboo rispetto a uno in rovere o noce o castagno o anche solo in pino marino?Anche l’uso per la cellulosa mi lascia perplesso:tutto il settore connesso con la cellulosa è in crisi totale in tutto il mondo per via dell’utilizzo degli ebook e simili.Quindi pensare ad un utilizzo in tal senso….dovrebbe sostituire produzioni con cicli quinquennali , tali sono i cicli di produzione per la cellulosa , in un settore con un trend in calo.Ciò detto potrebbe avere sviluppi nell’ambito delle bioplastiche e simili ma sempre nell’ambito di terreni particolari che rendano molto e costino poco.Le rese…onestamente pur avendo cercato su internet nn ho trovato nulla di scientificamente serio.Posso riportare i dati sul sorgo e il miscanto che sono veramente alti ma poi si scontrano con il problema del ritiro dei materiali il cui costo anche energetico appare superiore.Riassumendo credo che a parte terreni particolari sia una coltura come le altre peraltro nemmeno una specie tipica.Per chi ha terreni marginali o nn in zone particolarmente vocate è più conveniente seguire il filone che stiamo chiamando nature nell’ambito del progetto sulla via flaminia di cui sono il progettista ideatore.Il progetto viene fornito gratuitamente ed è al vaglio delle autorità locali.In questo si punta allo sviluppo di battaglie storiche ad uso e consumo di clienti esteri e al recupero di aree di interesse storico partendo da quella di taginae.In tale ambito proprio per il settore agricolo proponiamo la riproposizione customizzata di prodotti storici da commercializzare sia durante la manifestazione che tramite un portale ad hoc all’estero.E una produzione a basso carico fatta in zone marginali potrebbe avere un ritorno nella fascia medio alta di quelli che da mediamente un terreno in zona nn marginale anche se nn quello stratosferico che viene dichiarato su queste culture

  7. alessandro

    Non sono un agricoltore, mi occupo di marketing.
    In questo ultimo anno ho notato una campagna informativa aggressiva, diretta all’ agricoltore, circa la possibile enorme redditività della coltivazione del bambu.
    L’ Imprimatur di verità delle dichiarazioni viene data da un Consorzio. ” ? ” A me risulta sia una S.R.L.
    Girando per internet si leggono solo cose positive dette da questo o quello esperto; ma poi, chi ti da la patente di esperto ?
    Questa è la tipica azione di marketing tesa alla vendita delle piantine, come gia tante altre viste nel settore, Vedi il babaco.
    State attenti.

  8. Andrea De Bono

    salve a tutti sarei molto intenzionato ad avviare una coltivazione di bambu nella provincia di latina dove il clima sembra essere idoneo a questa pianta qualora ci fosse qln interessato ad una collaborazione in questa zona o a farmi avere informazioni serie ed attendibili in merito alla coltivazione di bambu lo prego di contattarmi al n 3929274524 mi spiace affermare che cmq dalla dscussione non emerge chiara la situazione attuale del mercato del bambu in italia e forse è sfuggito a me ma prego di chiarire come contattare il signor thomas allocca autore dell’articolo grazie

  9. William Verzellesi

    Buongiorno a tutti. Ho trovato sia l’articolo, sia i numerosissimi commenti estremamente utili e costruttivi e mi sono permesso di condividere il tutto sulla pagina Facebook “Bambu Italia” al seguente link: http://www.facebook.com/bambuitalia Non sono un commerciante, né tantomeno un promotore: semplicemente un appassionato di bambù interessato a seguire l’evolversi della diffusione delle varie piantumazioni in Italia e soprattutto l’appeal reale e oggettivo che il mercato ha e avrà nei confronti di tutti i prodotti ricavabili dalle suddette coltivazioni. A proposito della mia piccola esperienza personale in termini di SEMINA, come potete leggere sulla pagina facebook, purtroppo è stato un insuccesso (due volte). Diversamente, partendo da una ripiantumazione di un rizoma già sviluppato, ad oggi mi ritrovo per la seconda volta nuovi e freschi germogli pronti a raggiungere il cielo, trasformandosi in canne alte e rigogliose 🙂 E’ un piacere conoscervi. Buon proseguimento e … se potete …t enenemi aggiornato con le vostre esperienze e fotografie (sono graditissime !!!)

  10. Rosario

    Vorrei sapere se in Sicilia in un terreno argilloso è possibile impiantare il Bambù ed inoltre se fosse possibile quanto costerebbe impiantarne un ettaro.
    Grazie

  11. raf

    Salve
    Io vorrei intraprendere la coltivazione di bambù Moso avendo a di disposizione 2 ettari di terreno, purtroppo inutilizzati.
    E’ un terreno di medio impasto tendente al sabbioso,in pendenza.
    Ciò che mi preoccupa è il vento!
    Non molto distante dl mi terreno ci sono svariati parchi eolici.
    Quello che mi chiedo: può un vento costante e talvolta forte compromettere la crescita di questa pianta?
    In che modo incide il vento sulla sua crescita? ed ancora quali sono gli aspetti chimico-fisici del terreno da tener in considerazione per un buona riuscita della coltivazione?
    Vi ringrazio anticipatamente
    Raffaele

  12. Franco

    Buongiorno a tutti.
    Ho letto con attenzione l’articolo ed i commenti postati.
    Per esperienza posso dire che certo coltivare bambù non è difficile.
    Tra moso e madake ci sono però delle differenze.
    Il moso è senz’altro il bambù edibile per eccellenza. Non perchè sia l’unico ma forse perchè è quello che fa germogli di dimensioni più generose.
    Il madake è molto amaro ed ha bisogno di particolari metodi di cottura per migliorarne il sapore.
    In compenso il madake è il migliore come legno da costruzione ed è anche meno esigente a livello di coltivazione rispetto al moso.
    Teniamo presente che il madake ha fiorito negli anni ’60 e quindi la prossima fioritura si stima a fine secolo. Questo implica che non ci sono semi in giro che ne modificheranno la varietà genetica per il momento e che quindi in vendita ci sono solo cloni.
    Per quanto riguarda il moso invece mi chiedo perchè chi ha intenzione di crearsi un impianto non compri i semi. Si trovano facilmente su internet a prezzo basso.
    Per esperienza personale posso dirvi che la germogliazione fino all’anno scorso (2015) era del 100%.
    Il problema è la mortalità delle piantine, intorno all’ 80%. Quindi su 10 piantine nate 2-3 arriveranno ai due-tre anni di vita.
    Naturalmente è una stima basata sulla mia esperienza personale. Non mi impegno particolarmente per salvaguardarle (vedi serra, fungicida o altro) perchè sono per la “selezione naturale” della specie. Certo è che per i primi due anni hanno necessariamente bisogno della mezz’ombra.
    Dal terzo anno in poi le piantine iniziano a crescere rigogliose e forti ed arrivano a fare culmi intorno ai 60-80 cm.
    Detto questo, frutto della mia esperienza personale, mi chiedo perchè chi vuole coltivare non si faccia una nursery, come sto facendo io, a costo praticamente 0, e poi impianti con gradualità.
    Una volta attecchite le piantine crescono in modo esponenziale e riempiranno in poco tempo (relativamente parlando) qualsiasi campo.
    Poi, e questo non è frutto di esperienza ma una presunzione, avendo maggiore spazio di espansione i culmi arriveranno a dimensioni maggiori rispetto a quelli disposti per sesti d’impianto.

    Concludo dicendo che il caro amico Philippe Smets mi ha fornito parecchie varietà di bambù (lui ne ha più di 100 varietà) e i cloni erano tutti vigorosissimi e sani. È sicuramente una persona sana e competente.

    1. Giuliano

      Buongiorno Franco,
      Ho notato con interesse la sua competenza, io sono un privato investitore e le chiedo gentilmente i suoi riferimenti per poterla contattare, grazie

  13. Giuseppe

    Salve a tutti,
    Anche io come molti sono molto interessato al discorso sul bambù, e vi spiego il perché. Vivo da circa un anno a Taiwan con mia moglie, abbiamo preso casa in una zona rurale e alle spalle abbiamo ettari e ettari di bamboo, vari tipi, non so ancora riconoscere le piante. Vi posso dire che i diametri vanno dai 2cm ai 15cm. Grazie ad amici aborigeni che mi hanno illustrato alcune tecniche, sono parecchi mesi che mi sto divertendo a trovare modi per potere utilizzare la pianta per le nostre necessità, e devo dire che è una delle materie prime più versatili con cui ho avuto la possibilità di lavorare ( in passato mi sono occupato di design in materie plastiche e legno).
    Ora, leggendo tutto l’interesse che questa pianta sta suscitando in Italia, mi sto chiedendo in che modo posso utilizzare questa risorsa, se magari c’e’ una richiesta di mercato che posso soddisfare. Non sono un grande consorzio e nemmeno uno speculatore, ma magari posso offrire un servizio a chi cerca questa materia prima, che qui è così abbondante.
    Come ho detto non sono un esperto, ma qui non mancano persone che hanno questa pianta nella loro cultura e ne conoscono tutti i pregi e difetti.
    Spero di non essere offensivo o fuori tema nel proporre la mia collaborazione, ma personalmente i furbastri che si riempiono le tasche alle spalle dei contadini mi fanno venire la rabbia, e ho visto prezzi davvero esorbitanti, sia per le canne che per le piante.
    Un saluto a tutti

  14. massimo

    Mi inserisco a freddo nella conversazione sulla coltivazione del bambù…….. anche io ho da temo il desiderio di realizzare una coltivazione seria di bambù! Da qualche anno ho piantato due cespi di bambù gigante nel mio giardino (circa 4000 mt.) ….. un Phyllostachys vivax ed un Phyllostachys pubescens….. Ora a distanza di qualche anno posso fare le MIE SERIE valutazioni… Per esempio ho notato che il pubescens è più elastico del vivax e quindi quando in inverno è nevicato, le canne si sono piegate sotto il peso della neve ma NON SI SONO ROTTE ; al contrario le canne del vivax si sono rotte quasi tutte ! Per quanto riguarda la produzione annuale di canne il vivax è più produttivo del pubescens……. Senza volerla fare da maestro (che non lo sono ), credo che non vi sia nulla di meglio che l’esperienza personale, in campo, cominciando dal piccolo e facendo le proprie valutazioni ! Certo se siamo intelligenti teniamo conto anche della esperienza e dei consigli altrui, ma…………. Attenti !!!!

  15. Vox70

    Buongiorno a tutti, mentre voi vi chiedeste se è una bufala o funzionerà (credo se lo siano chiesto in molti anni fa evitando di piantare il kiwi in Italia perdendo il treno) qui un gruppo di 31 persone senza avere la terra ha creato una società agricola e grazie al ______________ e i suoi apprezzabili commerciali di zona fatto un investimento per il proprio futuro.

    la diretta streaming dove potete vedere tutti i fautori del progetto, responsabili del consorzio e alcune delle cose realizzabili con il bamboo. Di certo vi darà un pò di risposte.
    https://www.youtube.com/watch?v=pkvUkC2p_cI&feature=em-uploademail

    se qualcosa non esiste qualcuno la creerà prima o poi… e direte ma perchè non ci ho pensato io?
    Ultimamente si tende anche a copiare ciò che da qualche parte ancora non esiste. Per una volta siamo noi a copiare i cinesi però… prendendo quello che forse hanno di più prezioso e puro da secoli e socoli, il bambù.
    Con le moderne tecnologie poi la lavorazione di questa eccezionale pianta può davvero sostituire molti altri materiali.

    Imprenditori forse si nasce ma si può anche diventarlo però ci vuole al propensione al rischio altrimenti vivremo sempre da pecore.
    Fate le vostre giuste riflessioni, informatevi e se non fa per voi cercate altro ma non fate scoraggiante disinformazione (parlo dei commenti).
    In bocca al lupo a tutti, spero di non offendere nessuno ma di motivare qualcuno

    Uno dei soci che ci crede

    1. Simone Itri Autore articolo

      Sono d’accordo con te fino ad un certo punto, nel senso che innovarsi ed investire non significa buttarsi nel vuoto e fare scelte completamente inconsapevoli…
      io ho piantato moso (poche piante) 3 anni fà e ti assicuro che ancora le piante sono molto piccole… per cui so con certezza che i tempi reali che alcuni promettono di crescita sono ben diversi… (quantomeno nel mio terreno alle mie condizioni) Auguri per il vostro impianto e ci piacerebbe essere informati sugli sviluppi….

      1. paolo

        ciao Simone, fermo restando che chi segue questa discussione è interessato al bambù gigante, sarebbe interessante chiarire quale tra il madake e moso è consigliabile piantare in considerazione dell’attuale mercato mondiale. In Italia la filiera ovviamente non esiste, ma delle piantagioni mature, in piena produzione, nel modo esisteranno!
        Dunque: – dove sono; di quale specie; sesti d’impianto; prodotti finiti; utili aziendali dei produttori; ecc.
        Il mio invito è “valutiamo semplicemente le realtà estere esistenti”
        grazie!!

    2. Pier

      Buongiorno.
      Vorrei fare solo qualche considerazione ed esporre i miei dubbi riguardo alla coltivazione del bambù, con particolare riferimento al Moso. Parlando di dati reali, non di fantasia.
      Tutti sappiamo che esistono più di 1.500 specie di bambù al mondo.
      La Cina come viene spiegato nel video, ha 5 MILIONI di ettari coltivati a MOSO (praticamente la metà dell’intera superficie agricola italiana)
      E’ possibile che la produzione di Moso italiana di poche centinaia di ettari possa competere con un gigante del genere? Andando poi a scegliere tra 1.500 varietà di bambù, la specie lì più coltivata?

      Il discorso di prodotto italiano biologico o biodinamico non regge. In Cina non impiegano pesticidi, anticrittogamici o concimi chimici. Il bambù cresce naturalmente, come è sempre cresciuto dall’era dei dinosauri, da decine o addirittura centinaia di migliaia di anni senza il benché minimo intervento umano.

      Il dato REALE è che un palo di MOSO di 12 metri di lunghezza e 18 cm. di diametro, pulito, trattato, essiccato, raddrizzato, sottoposto a fumigazione, (sottolineo che ognuna di queste operazioni ha un costo) viene venduto in Europa al prezzo di un misero dollaro (0.87 €).
      Come ho premesso, parlo di cifre verificabili : http://italian.alibaba.com/product-gs/zent-133-natural-cheap-moso-bamboo-poles-60367912421.html
      Non bisogna essere dei geni quindi per capire che il valore del bambù in piedi, al momento sia di pochi centesimi a fusto (se tagliato e venduto per fare biomassa).
      Se poi qualcuno racconta che un ettaro raggiunge la dimensione massima in 4 anni e produce ogni anno 5.000 culmi di 20 metri, e che il prezzo di ritiro è di 12 € a culmo, ognuno è libero di crederci. Come è libero di comprare piantine di 2 anni che si trovano in commercio a 2 €, pagandole 30€.

      Una azienda che utilizza tonnellate di bambù all’anno per la produzione di materiale edilizio (nonostante le certificazioni di provenienza, che poi mi pare di aver capito si tratti solo di autocertificazioni ) valuta principalmente i costi della materia prima. Se la materia prima dovesse essere Moso, a parità di caratteristiche la acquisterà al miglior prezzo di mercato. Mi pare ovvio.
      Potrà mai acquistare Moso prodotto in in Italia?
      Certo! Qui c’è un Consorzio che ritira i culmi grezzi pagandoli a 12 € l’uno, li lavora e li rimette sul mercato ad un prezzo concorrenziale ovvero 0.80 €.

      Sì, anche io ci credo.

      1. Gianni Mundula

        Hai messo un prezzo FOB, da Shangay.

        Aggiungi: trasporto da Shangay, trasporto da porto a destinazione, il 10% minimo dei culmi si rovina nel trasporto, un container di Moso è al 65% circa ARIA (è cavo).
        Il tuo prezzo da 0,80 sale a più di 12€.
        Importo da una vita e da due generazioni, fatti i conti, vedrai che è così.

        Detto questo: il consorzio truffa, io sto coltivando Madake. Però ci tenevo a far notare che un prezzo FOB da Shangay, vale come il 2 di bastoni quando briscola è a denari.

  16. Gianni

    Buongiorno a tutti. Per mia abitudine, prima di intraprendere un qualsivoglia progetto, tendo ad informarmi seriamente sviscerando ogni possibile sfumatura dell’impresa. Vivo in Italia e … sono italiano al 100% (almeno così mi raccontavano mia madre e mio padre ed i nonni): ma in questi ultimi anni sono diventato anche consapevole che lo sport nazionale dei miei connazionali e quello di metterlo nel …… al prossimo specie se questo da una seppur minima possibilità di essere fregato.
    A parte il mio sfogo da intollerante di questa italica situazione, sono mesi che sono alla ricerca di notizie, dati e via dicendo, su una possibile coltivazione del bambù. E’ stata, sino al momento in cui scrivo, una impresa vana!!! Non esiste una solo pubblicazione tecnica (che provenga dall’Italia), una sola recensione esaustiva su questa coltivazione. Io non vado a sindacare sulla serietà o meno di chi scrive da tecnico, commerciante, vivaista, industriale, etc di questa pianta, ma mi pongo delle domande cui, anche leggendo i vari blog, non si riesce davvero ad avere alcuna risposta. Inoltre mi sorgono spontanei degli interrogativi del tipo: com’è possibile vendere piantine (misere pianticelle in vaso alte alcuni decimetri, dico misere, se paragonate ai mostri da 20/25 metri decantati) a prezzi stratosferici, in un contesto di certa aleatorietà ai fini di un onesto guadagno. E’ notorio che il vero “affare” (business per i malati di anglofonia) è nella vendita delle piantine e di quanto gli “gira” attorno!!! Mi sarei aspettato:
    – dati tecnici seri sugli impianti (a parte i sesti di impianto che non dicono assolutamente nulla ai fini del risultati agricolo/alimentare/industriale che si vogliono ottenere);
    -analisi e tipo del terreno necessario e relativa lavorazione pre/post impianto (sembra che crescano anche in cima al M. Bianco o direttamente sulla lava che ancora deve raffreddarsi: basta riuscire fare una buchetta);
    -costi chiavi in mano e costi per le singoli forniture delle diverse parti ivi compresi gli eventuali costi che possono essere supportati dall’azienda che impianta;
    – tempi reali vegetativi;
    – assistenza pre/post impianto;
    – garanzie;
    -indicazioni certe per eventuali mutui o supporti finanziari;
    – indicazioni delle colture già in essere e visitabili (che significa: le faccio vedere solo se mi compri le piantine? Ed inoltre, chi non le vuole far vedere, pur avendone tutti i sacrosanti diritti, a mio parere conferma solo che siamo….italiani);
    – riferimenti (se esistenti) di siti di lavorazione industriali e capacità di assorbire il “lavorato”;
    – riferimenti siti di lavorazione alimentare dei germogli;
    – lavorazioni secondarie in grado di assorbire le eventuali eccedenze;
    – reali aspettative di guadagni e spese da sostenere negli anni a seguire l’impianto;
    – etc, etc.
    Nella rete, mi sarei aspettato di trovare un qualcuno (non saprei come definirlo in questo momento) che si fosse reso disponibile (proprio perché siamo all’inizio di questa tipologia colturale) a fornire a prezzi ragionevoli l’impianto al solo scopo di creare i presupporti di una espansione agricola e condividere l’esperienza iniziale per fornire certezze a coloro che in seguito fossero intenzionati a “gettarsi” nell’impresa.
    Scusate lo sfogo (come italiano ho diritto a 5 minuti al giorno di mugugno) e resto in attesa di “materiale” reale e non di “bubbole” come le ha chiamate qualcuno.
    Saluti

  17. Francesco Badalini

    Buon giorno a tutti,
    Mi chiamo Francesco Badalini, sono perito agrario e nello mio lavoro affianco contadini ed agricoltori nello sviluppo di colture interessanti dal punto di vista della resa in PLV e della rendita, e allo stesso tempo, in equilibrio con l’organismo azienda e con l’ambiente. Quando le condizioni lo permettono propongo lavori e percorsi per accrescere o mantenere la biodiversità. Ogni lavoro e progetto parte sempre da una analisi preliminare delle caratteristiche dell’azienda, poiché ogni ambiente e territorio ha le sue potenzialità e trovo profondamente sbagliato proporre colture con il principale (e talvolta, aimè, unico) obiettivo di aumento della redditività. E’ fondamentale cominciare a parlare di agricoltura rigenerativa, di cicli chiusi, di mercati locali, di polifunzionalità delle aziende agricole, specie per quelle piccole e medie. Le bufale, in sostanza, ce le tiriamo addosso noi, poiché stiamo stati abituati per due generazioni ad affidarci ad altri, a demandare scelte e decisioni a chi ne sa più di noi. Mi sto informando sul bambù gigante e a tutt’oggi mi rendo conto che la strada è lunga. Credo che non esistano parametri standard, ma differenti livelli e gradi di maturazione della coltura in base a fattori interni (varietà, anno di consegna delle piantine, sofferenza in base alla distanza di spedizione, e quant’altro) e a caratteristiche invece di ordine fenologico come la presenza o meno di acqua, la struttura o la composizione del terreno, la capacità consociativa o rigenerativa di chi avvia un bambuseto e quant’altro. Sarei oltremodo contento di poter realizzare alcune idee particolari che un bambuseto permette, come consociazioni con leguminose, pollaio mobile all’interno del bambuseto, sesti d’impianto atti a ridurre i tempi di raccolta grazie a ritiri multipli con verricelli e quant’altro. Sono in contatto con diversi bambuseti avviati nella zona, in particolare ad Isola della Scala ed in Valpolicella e sarei grato a chiunque mi possa fornire informazioni ulteriori, specie su bambuseti di diversi anni. Mi piacerebbe conoscere le ricerche in ambito universitario citate dal Sig. Marco Nicola; vorrei poter avere un contatto con il Signore Belga Smets philippe e capire in che ambiente ha piantato e che varietà. Complimenti per il post il quale, seppur un poco prudente e on un certo pessimista di fondo, permette contatti ed approfondimenti, non da ultimo quelli con il Sig. Thomas Allocca. Segnalo l’ Orto botanico di Merano, l’Orto botanico di Padova, essenza del bambu a cuneo come luoghi pubblici visitabili da chiunque.
    Dunque sarei oltremodo grato a prendere contatto con chi fosse così gentili da inviarmi materiale alla casella di posta francescobadalini@gmail.com , oppure prendendo contatto diretto al 340 4915732 e a chi volesse approfondire le possibilità consociative che la coltura permette, per garantire non solo concimazioni realizzate dalla particolare forma di allevamento, ma anche ambiente in equilibrio e più ambiente in equilibrio e differenti fonti di reddito che permettono all’azienda un livello di maggiore tranquillità. Nelle differenziazioni di entrata includo anche alcune lavorazioni del prodotto stesso che aprono a nuovi canali, soprattutto per quelle aziende che scelgono il rapporto diretto con i propri clienti ed i mercati di prossimità.

    Grazie, Buona giornata
    Francesco Badalini
    Consulente in agricoltura,
    Consulente per il Bilancio dell’economia del bene Comune

    1. Francesco Badalini

      Le motivazioni per piantare bambù possono essere tante. Qui un esempio di vita dedicata all’ impresa di ricreare un ambiente in equilibrio con la piantumazione del Bambù. https://lauracarpi.wordpress.com/2013/08/23/la-buona-notizia-del-venerdi-luomo-che-da-solo-pianto-una-foresta/ Accade nella regione di Assam, India del nord, qui https://it.wikipedia.org/wiki/Assam#/media/File:Assam_in_India_(disputed_hatched).svg Interessante perché l’autore non si considera ne esperto internazionale, ne appartenente a questo o quel consorzio umano, ma semplicemente ha desiderio di vedere la vita nel proprio territorio.

  18. Valentini

    Vorrei andare al dunque e risolvere il quesito cardine e fondamentale della faccenda: C’è mercato per questo prodotto? Una volta prodotto, l’industria ha convenienza a comprarlo dai produttori italiani? O non si venderà perché quello che arriva impacchettato dalla Cina è comunque più economico? Per chiarire questo punto fondamentale serve un economista più che un agricoltore.

      1. alessandro

        I piani industriali si fanno in base a dei fatti. Nella coltivazione, a scopo di lucro, del bambu in Italia c’e’ solo fumo.

  19. Marco Nicola

    Il coltivatore del cuneese che vende i germogli di bambù è Thomas Froese: http://www.moso.it/il_bambù_azienda_agricola.htm

    Ho visitato personalmente una parte delle sue piantagioni che comprendono anche la specie Phyllostachys Edulis o Pubescens detto comunemente “Moso”. E’ rigoglioso e cresce benissimo anche in un terreno non dei migliori come quello scosceso delle Langhe. La piantagione è comunque in zona irrigua. La persona è molto seria e si occupa di bambù da anni con ottimi risultati. Si tratta sicuramente di una realtà molto interessante.

    In generale, comunque, condivido le perplessità sulle promesse eccessive che circolano.
    Spero vivamente che non provochino un danno di immagine al nascente settore del bambù, che penso in futuro sarà una componente importante dell’agricoltura italiana.

    A tal proposito sto lavorando nel settore del bambù da 5 anni a livello di nuovi prodotti e ricerca universitaria. Con un gruppo di imprese abbiamo dato vita ad una joint venture che potrebbe presto diventare una rete d’imprese. Se volete più info per ora siamo su Facebook con la pagina () la prossima settimana aprirà il sito di riferimento: ()

  20. Armando

    Sarei curioso di sapere se anche le normali canne di bambu producono i germogli commestibili e quale varietà propone Madake project. Grazie

    1. Simone Itri Autore articolo

      Quello che abbiamo capito noi è che esistono numerose varietà e che solo alcune di queste (nella categoria di quelle giganti) hanno i germogli adatti all’alimentazione…

  21. Giuseppe

    Buongiorno
    seguo da un po di tempo l’evoluzione delle tecniche di uso del bamboo. Tuttavia aldilà della materia prima non riesco a reperire informazioni decenti riguardo la trasformazione. In sintesi, in Italia esistono queste tecnologie per la trasformazione? Si fanno le tavole di multistrato per averennuova materia prima per il manifatturiero? Oppure di che si sta parlando? Grazie e complimenti per la discussione certamente utile.

    1. Simone Itri Autore articolo

      Quello che appare evidente è che pare non ci sia nessuso che ancora abbia messo in piedi una filiera di trasformazione in Italia… e che quindi possa dare “garanzie” ai coltivatori sul ritiro del legname…

      1. marisa

        Io lavoro per un consorzio ITALIANO, che garantisce il ritiro del prodotto, sia germogli che legname, quindi esiste richiesta commerciale, che sia una filiera estera o italiana non credo che sia importante, ma esistono richieste del prodotto ITALIANO….

  22. antonio

    il bambuseto in questione non c’ entra niente con la onlymoso , ma è visitabile ( a pagamento?) ed è nelle langhe : http://www.essenzadelbambu.it . E’ piantato in terreno scosceso e difficile , altro non so . Sono anch’ io molto dubbioso che si possa ottenere un prodotto dopo soli 3 anni . Al signore belga Philippe , in provincia di Roma , sarei interessato a vedere il suo bambuseto e a parlare della sua esperienza . Con la onlymoso si parla di investimenti che all’ ettaro costano 16000 euro , cioè circa 20 a piantina , secondo il sesto d’ impianto consigliato da loro : non poco . Resta il fatto che non sono interessati a vendere poche piantine o molte , ma a fare contratti per il futuro e seguono con una certa cura i nuovi impianti , cosa che mi sembra indice di serietà . Però il punto molto negativo che non sono in grado di mostrare un loro impianto maturo . Quindi si tratta di fare una professione di fede . Vedremo fra 3 anni , quando i primi impianti dovrebbero entrare in produzione , secondo loro .

  23. Marco

    Salve a tutti
    il Madake di cui sopra non è altro che un Phyllostachis, ha le stesse caratteristiche del Moso che propone il Consorzio Bambù Italia.
    Faccio un’altra considerazione: la richiesta di cellulosa è unp dei mercati della canna di bambù giovane, ogni anno 1 ha produce mediamente 50 ton di materia prima da cui si ricava cellulosa pari a 6 volte la quantità ottenuta con altre essenze tipo abete,pioppo,eucaliptus.Attualmente sono i Paesi del Nord Europa che ce la forniscono gestendo le loro foreste.
    Secondo voi avendo a disposizione una produzione rinnovabile annuale ci sarebbe bisogno di andare a tagliare foreste di abete o similari che impiegano 15 anni per venire su? stesso ragionamento x il legno stagionato che viene prodotto dal bambù! vogliamo parlare dei germogli e delle proprietà nutritive?viene senza acqua,concimi o trattamenti, è veramente bio! chi non lo apprezzerebbe? il sig. Thomas li produce e li vende a caro prezzo e sa benissimo che vengono ovunque.
    Affacciatevi a primavera in una qualsiasi macchia di bambù e ne vedrete a centinaia, pensate che resa coltivandolo correttamente…
    Vogliamo parlare del filato e delle sue proprietà?lo vogliamo dire che per produrre il cotone serve tantissima energia,acqua,concime,gasolio,erbicidi che poi restano dentro alle fibre che indossiamo?
    il bambù addirittura abbassa di 1-2° la temperatura corporea in estate, non prende odore,è 6 volte più resistente del cotone, è anallergico e la sua coltivazione non depaupera l’ambiente, LO MIGLIORA!!!
    Il bambù viene ovunque ed è l’unica risposta logica in tema di abbattimento della Co2, della sostenibilità,è la rinnovabile per eccellenza e potrà fornire alimentazione e lavoro a milioni di persone!
    Un coltivatore di bambù non dovrebbe fare certe critiche, oltretutto se non viene su il Moso (xassurdo) non viene neanche il Madake!

    1. Simone Itri Autore articolo

      Caro Marco, (non firmato con un cognome rinntracciabile) il tuo commento risulta un pò troppo diretto e potrebbe risultare offensivo, ciò non ostante lo abbiamo lasciato e postato aggiungendo che togliendo le critiche al sig. thomas che non condividiamo, nei modi e nei contenuti, effettivamente crediamo anche noi nel potenziale, ma il punto sta nel fatto che non esiste un mercato consolidato e che potrebbeo servire decenni prima che si organizzi un sistema che cambiando fonti di approvvigionamento si rifornisca dalla coltivazioni di bambu, è inoltre molto difficile arrivare a fare le 50 tonnellate di cui parli (serve un bambuseto maturo in condizioni ambientali ideali… per cui augurandoci che ciò avvenga dobbiamo essere attenti alle promesse di chi non pò mantenerle, o assumenrsi responsabilità come fanno alcune aziende che commercializzano paulownia, firmando polizze fidejussorie a garanzia del ritiro ed acquisto del legname una volta giunto a maturazione…

    2. Gianni Mundula

      Non è che “non viene su il moso”, è che “il *consorzio* da piantine del Kayser che non servono a niente, e non ci metterà 4 anni ma più di 10”.

      Quindi sì, il Moso viene su, ma NON nei modi e nei tempi detti dal “consorzio” che consorzio non è.

      Il Madake “vien sù”, perchè ti danno piante serie e ti dicono: Minimo aspetti 8 anni.

      Senza contare che solo di Phyllostachys ce n’è 200, Madake e Moso sono parecchio diversi.

  24. Luciano

    Salve!
    Sono un coltivatore di bamboo dal 2014, vorrei sapere per quale motivo la coltivazione oggi sta creando tutto questo scalpore negativo, dopo che già molte coltivazioni e imprese agricole sono state avviate.
    In oltre dalla mia esperienza il ******************* non ha mai rifiutato il confronto e non ha avuto problemi a riferire i metodi di coltivazione e di futura commercializzazione del prodotto.
    Saluti

    1. Simone Itri Autore articolo

      La posizione di Libera Polis è quella di chi vuole semplicemente mettere in guardia poichè non ostante crediamo molto in questa pianta chi promette guadagni stratosferici in tempi molto rapidi è in odore di mala fede in quanto dalle nostre ricerche non esiste un mercato italiando di questo prodotto (è tutto da creare e chissà cosa ne verrà fuori… pertanto è impossibile fare previsioni di futuri guadagli attendidibili) e le coltivazioni spesso necessitano di tempi più lunghi (dipende anche molto dalle condizioni ambientali) di quanti qualcuno sostiene… tienici aggiornato sui tuoi guadagni futuri e l’accrescimento delle tue piantine… te ne saremo grati. Grazie Simone Itri per libera Polis

    2. Giovanni Lamorte

      Buongiorno Luciano
      io sarei interessato a studiare la possibilità di avviare un bambooseto
      Come posso contattarla per avere qualche info ?
      grazie
      cordiali saluti
      Gianni Lamorte

  25. Smets philippe

    Sono Belga e coltivo il bambù da 7,8 anni a Roma,
    vi posso assicurare che per avere un moso matura ci vogliono 10 anni. Se volete vedere come diventa il moso dopo 5,6 anni siete i benvenuti da me, philippe

    1. vatana Kliangtongkam

      Buongiorno Philippe lei venderebbe Quanqe pianta madre di bambù e che tipo di bambù coltivi mi interessa veramente di fai coltivazione di bambole e mipiacerembe di visitare i vostro contivazione
      Grazia
      Vatana.k

    2. Gianfranco De Capua

      Buonasera, sono anche io di Roma e mi piacerebbe visitare la sua coltivazione di bamboo. Ho intenzione di iniziare la coltivazione e per questo vorrei “toccare” con mano prima di investire..

      Se possibile e se non disturbo mi farebbe sapere come organizzarci per la visita?
      Grazie mille
      Gianfranco De Capua

    3. AlpeBlu azienda agricola e forestale

      buongiorno Philippe, sono titolare di un’azienda agricola in provincia di Torino e sarei molto curioso di visitare il suo impianto per capire effettivamente le potenzialità e svantaggi di questa coltivazione. Fosse possibile gradirei contattarla, in seguito troverà i miei riferimenti.

      cell.+39. 377 300 36 32
      mail. davide@alpeblu.it

  26. alessandro

    salve, anche a me ha incuriosito la coltivazione del bambù e ho cercato di informarmi in tal senso. Ho contattato la onlymoso per avere maggiori informazioni, mi hanno risposto spiegandomi che sottoscrivendo un contratto con loro per 5 o 10 anni si impegnano a ritirare i prodotti e che danno incentivi a chi sottoscrive questo contratto. Ora o siamo di fronte a una truffa ( il che è possibile) o potrebbe essere effettivamente una buona occasione di intraprendere una nuova strada. anche i prezzi di mercato delle piantine non sembra distante da quello che propone la onlymoso. resto comunque scettico… soldi facili raramente si fanno.

    1. Elena

      Chiamali soldi facili alessandro…i gratta e vinci possono esserlo ma l’agricoltura e la lavorazione della terra non sono mai facili!!!
      Però quando poi vedi realizzati i frutti del tuo lavoro allora li si che sono soddisfazioni!! 🙂

  27. Giovanni

    CONOSCO THOMAS E POSSO GARANTIRVI CHE SA TUTTO DEL BAMBU ANCHE PERCHE SONO OLTRE 30ANNI CHE LAVORA A PIENO RITMO SULLA CULTURA . RITENGO CHE PRIMA DI FARE E PRENDERE CERTE INIZIATIVE SU DI UNA CULTURA DI QUESTO GENERE SAREBBE OPPORTUNO AVERE NON SOLO UNA INFARINATURA SU IMPIANTO ED EVENTUALE VENDITA DI PRODOTTO CHE SIA A BREVE O LUNGO TERMINE MA SAPERNE MOLTO DI PIù VISTO ICOSTI INIZIALI CHE A MIO AVVISO SONO ABBASTANZA COSPIUQUI. HO ESPERIENZA IN AMPO AGRICOLO ANCHE PERCHè SVOLGO QUESTAATTIVITA DA UN PO DI ANNI E POSSO DIRVI CHE IL TEMPO LA FA DA PADRONE E QUINDI SAPPIATE CHE PRIMA DI RACCOGLIERE BISOGNA SEMPRE SEMINARE IN QUALUNQUE ATTIVITà SOPRATTUTTO IN QUESTA MA DI SICURO SEMINARE SEMPRE NON SOLO CON LA ZAPPA MA CON LA TESTA . GRAZIE E BUONA SEMINA A TUTTI.

  28. Edoardo

    Stavo cercando pareri appunto sul business dei moso e mi sembra di capire che, riassumendo
    1) non ci sia una filiera in italia, il prodotto viene importato già lavorato
    2) di conseguenza non c’è mercato in quanto si produce materia prima che viene importata già a meno dalla Cina (nessun dato, è solo quello che si legge dai commenti).

    Mi confermate?

    Stante a questo (anche se devo dire che anche l’articolo di Allocca è abbastanza generico e privo di dati e mi sarebbe piaciuto averne) non converrebbe assolutamente piantare bambu Moso, quindi sostanzialmente sappiamo tutti che stiamo parlando di Only Moso e Consorzio Bambu Italia.

    Tuttavia nel 2014 leggo qui sono stati piantati 800 ettari di sti bambu giganti: qualcosa accadrà. Voglio dire, in caso contrario, non ritirassero veramente queste produzioni, sarebbe una delle più grosse truffe dell’era recente e con internet un’azienda ci metterebbe pochissimo a venire sputtanata. Oltre al tizio che mette la faccia su Only Moso. Quindi la vedo davvero incredibile come cosa.

    C’è da dire che hanno i tipici metodi commerciali molto poco amichevoli. Boh, vedremo, primo o poi questi bambuseti matureranno e scopriremo la verità.

    Grazie per lo spunto, attenderò allora, magari intanto mi informo sulla pauwlonia.

    1. Simone Itri Autore articolo

      le tue riflessioni mi sembrano condivisibili… vedremo cosa succederà… e magari (glielo auguro) da queste coltivazioni verrà fuori una filiera italiana… ma ad oggi non possiamo promettere cose che ancora non esistono…

      1. Roberto Pezzoni

        Buon giorno mi chiamo Roberto, sto leggendo i vari commenti che sono stati pubblicati.
        Da ciò che ho letto finora si evince molta diffidenza sulla coltura del bambù. In effetti tanto scetticismo potrebbe anche starci, ma addirittura aver la convinzione che questo prodotto non funzioni la vedo eccessiva.
        È vero che la coltura del bambù è una novità e che la filiera non esista ancora come altre filiere attualmente funzionanti. Ma perché essere così pessimisti? Quando la vite arrivò in Italia dalla Persia, in quel periodo non si pensava affatto che l’Italia sarebbe divenuta la prima nazione per produzione di vino al mondo, quando importarono la patata dalle Americhe chi immaginava che avrebbe fatto parte della cucina invidiata da tutti, così per il pomodoro, il kiwi e la canapa ( nei primi del 1900 eravamo secondi per produzione dopo la Russia) oggi la stiamo reintroducendo come novità, quello che coltiviamo oggi in Italia non è tutto autoctono anche se molti lo pensano.
        Tornando alla filiera, l’atteggiamento mentale credo sia determinante per ogni cosa. In Italia si stanno gettando le basi per realizzare un intero mondo lavorativo, dalla produzione al consumo passando per tutti i differenti campi di applicazione, in altre parole si stanno creando i presupposti per migliaia di posti di lavoro e di migliaia di possibilità lavorative correlate al bambù, come il turismo, la didattica e tutto ciò che potenzialmente sviluppabile.
        In psicologia si dice che, tutto quello che non conosciamo ci spaventi.
        Ma da essere spaventati, ad indicare che la cosa non funzioni.. Ci siano delle riflessioni da fare…

        1. Simone Itri Autore articolo

          in realtà noi siamo molto ottimisti, io personalmente ne ho piantate 100 piante, non molte ma in segno di fiducia in questa coltura, il punto è che bisogna star attenti a non farsi illudere di diventare ricchi grazie al bambu in breve tempo come qualcuno racconta…

  29. Fabrizio

    Salve,
    ho trovato questo articolo dopo una ricerca effettuata su google su cui ho trovato praticamente soltanto informazioni tramite i siti di onlymoso e consorzio bambù italia. Naturalmente tutti i dati rilasciati da loro sono super ottimistici e remunerativi tanto che mi puzzava la cosa. questo articolo ha sicuramente confermato che il sesto senso umano spesso non fallisce. hanno dei prezzi seriamente alti delle piantine, prezzi ingiustificati o giustificati soltanto dal fatto che vogliono dare il colpo di grazia a persone che stanno cercando di risollevarsi grazie all’agricoltura.
    Stavo cercando informazioni a riguardo perché i miei genitori, contadini da sempre, hanno ettari di terreni incolti e stavo cercando una coltivazione che potesse essere innovativa e interessante a livelli di guadagni, pensavo che il bambù potesse essere una buona alternativa ma penso proprio che mi sbagliavo.
    Un grazie sincero per questo articolo.
    saluti dalla Sardegna.
    Fabrizio

    1. Gianni Mundula

      Ti rispondo perchè sono Sardo, anche se vivo in Abruzzo. Io ho fatto 3 ettari con “Bambù Tigre”, piantando Madake. Mi sono informato per i fatti miei, ho studiato per 6 mesi le pubblicazioni di Inbar, World Bamboo Organization e American Bamboo Society, e quelli di Tigre dicono le stesse cose di chi le piantagione le fa da decenni, sono attive e funzionano. (il “consorzio” dice cose che dice solo il “consorzio”, nessuna conferma a niente che mi abbiano detto, NIENTE)

      L’investimento è minore, i primi piccoli risultati li hai al sesto anno se va tutto bene, la piantagione è a regime in 8 anni, se ti va male in 10.

      Prova a contattarli, ovviamente se ti interessa un investimento a medio termine. Se ti interessa lavorare subito, o fai trasformazioni officinali, oppure in agricoltura oggi… l’è dura.

  30. andrea

    Buongiorno a tutti,
    Ho un terreno in area esondale del fiume Secchia in provincia di Modena,l’area in questione viene esondata dall’acqua del fiume 2/3 volte all’anno e a volte si ferma anche diversi giorni prima di ritirarsi.Vorrei sapere se e possibile piantare bambu e se si quali specie,viste le condizioni del terreno
    non ho molte alternative di altre colture propio per i problemi sopraindicate.
    P.S il terreno è molto fertile ed è composto (argilloso e sabbioso)

  31. Andrea

    Scusate ma chi è questo Thomas Allocca?
    Da quello che ho capito uno che fa lo stesso mestiere di quelli di cui parla male… E’ così?

    Parlando dell’articolo mi sembra che non sia per nulla tecnico, mi sarei aspettato dati e cifre, e non solo chiacchere autocelebrative.
    Sono molto dubbioso sulla professionalità dell’autore.

  32. ascanio

    Ciao sto cercando qualcuno che abbia da regalarmi o vendere a prezzi “umani! dei rizomi di moso bambu o equivalente.
    In pratica vorrei trovare dei bambu adatti alla costruzione.
    Ho un po di terreno su cui vorrei piantare questi bambu con cui costruirmi una casetta dove andare a vivere gli ultimi anni della vita 🙂
    Grazie a chiunque vorra’ darmi info o contatti

  33. martino

    Salve ho provato ad iscriversi al madake project, ma non ci sono riuscito, c’è un link dove posso effettuare l’iscrizione?

  34. AgriBamboo

    Trovo scorretto e poco professionale scrivere articoli millantando altre realtà quando lo stesso scrittore vende bambù, come dice un detto: il bue che dà del cornuto all’asino.
    Detto questo, io ho piantumato bambù assieme ad ONLYMOSO e ho seguito alla LETTERA le loro indicazioni con risultati eccellenti (germogli di 600% più grandi dalla pianta madre).
    Dichiararsi esperti di un prodotto cinese fa un po’ sorridere è come arrivasse un russo a parlarci di nocciole quando la” tonda e gentile” è l’eccellenza.
    Questa primavera mi hanno anche rispedito le piante non attecchite quindi non vedo tutto questo malessere.
    Se volete fare un investimento ed essere imprenditori abbiate usate il vostro criterio di valutazione e non quello di altri.

    1. Simone Itri Autore articolo

      Caro Andrea, questo è uno spazio libero, accogliamo il tuo parere come gli altri chiedendo a tutti di sospendere il giudizio e parlare ognuno della propria esperienza. Simo curiosi di conoscere gli sviluppi della tua coltivazione. Ti preghiamo anche di mandarci fotografie e di raccontarci a che prezzi riuscirai a vendere sul mercato il tuo raccolto. Grazie
      Simone Itri

      1. AgriBamboo

        Sarò lieto di rendervi partecipe della mia per quanto piccola ma importante esperienza.
        A settembre vi inoltro qualche foto delle piante quando sono state messe a terra e ad oggi dopo un anno.
        I prezzi sono indicativi ma posso garantire che il prezzo dalla Cina dove tutti pensano che costa nulla un amico grossista di Pellet ha declinato l’offerta proprio da un’azienda grossa perché 2 container da 27 t cada uno, alla fine dei conti tra dogana dazi Iva trasporto a lui un sacco da 15kg costava 5 euro nuora da doverci ricaricare sopra, nel cunese un metro di ornamentale da 10cm di diametro costa 5€ metro, penso che le rese saranno ottime.
        Saluti a tutti e buone vacanze.

        1. luigi di tondo

          ciao Avrei piacere di venire a vedere il tuo bambuseto, ne voglio fare uno in toscana, e mi piacerebbe parlare con chi ha gia un po di esperienza . il mio cell e’ 3461093160.
          ho gia dei terreni, facciamo olio, vino, ed in futuro chissa…… ciao e grazie in anticipo.

          1. Simone Itri Autore articolo

            Ciao Luigi qui vicino la nostra sede c’è un bambuseto ma su un terreno privato non più accessibile facilmente. Qui da noi invece abbiamo piantato alcune piante ma hanno meno di 3 anni…

        2. luca

          Ciao Agribamboo,
          sarei molto curioso di conoscervi e venire a vedere la vostra piantagione Onlymoso.
          Sto per fare un passo simile mettendo a bambu circa 4 ettari di terreno in Abruzzo.
          Un confronto con voi mi sarebbe molto utile per decidere e partire.
          Mi potresti dare un tuo contatto mail così, se hai voglia, proviamo ad organizzare?
          intanto grazie mille,
          luca

    2. Matteo

      Salve, sarei interessato ad avviare un impresa insieme alla onlymoso ma non ho ricevuto le risposte adeguate alle mie domande ma mi è stata inviata solo una mail con gli allegati presenti anche sul sito. Per questo motivo vorrei chiederle se potesse darmi maggiori informazioni riguardo alle lavorazioni da effettuare e i loro costi, alle condizione del contratto e com’è il rapporto tra agricolricoltore e consorzio. Cordiali saluti.

    3. Eustacchio

      Trovo scorretta la censura ai commenti CHE SMENTISCONO quanto il Sig. Allocc, nonchè Guru del bambù sostiene !!!!

  35. Fabio

    Possiedo un podere, e sto studiando il bambù , sia dal punto di vista botanico che agronomico .ho contattato via mail la bambù Italia, chiedendo più informazioni . mi è stato risposto che le danno solo previo appuntamento con un loro incaricato. Non li ho più contattati , ma mi riservo di visitare
    Un loro impianto e vorrei contattare un coltivatore di bambù per scambio di esperienze.
    Un consiglio che posso dare è fate attenzione anzi molta attenzione.concordo pienamente con il sig. Alloca

  36. donato

    ma … allora … quale specie di bamboo è quello più qualificato alla coltivazione in italia ???

      1. donato

        trovo il discorso della piantagione del bamboo molto interessante e visto che anch’io ho contattato l’azienda citata per un impianto in Basilicata a questo punto vi pregherei di essere più precisi circa i dubbi prospettati per un dovere civico verso il prossimo sensibile allo sviluppo eco-sostenibile. in definitiva le domande sono queste: l’investimento prospettato è una bufala? questa qualità di legno ha un mercato vero ? Vi chiedo questo anche perchè, visto che non sono uno sprovveduto, avevo chiesto una fornitura di prova e di vedere un impianto in produzione ma il loro agente è stato “vago” ed inoltre come ho avuto modo di far notare anch’io, il loro contratto non impegna all’acquisto della produzione ma solo ad un eventuale ritiro a dei prezzi prefissati.

        1. Simone Itri Autore articolo

          Che a noi risulti non esiste un mercato del legname di bambù Italiano, è tutto da creare, ed auspichiamo che questo avvenga. Allo stesso tempo noi non cela siamo sentita investire in qualcoca che non sappiamo se qualcuno la acquisterà. Diversamente esiste un mercato della biomassa per fare cippato ma il prezzo cui si può piazzare sul mercato è di circa 20/40 euro a tonnellata… e capite bene che il gioco non vale la candela. Altra idea potrebbe essere quella di vendere le singole cannucce privatamente… ma che quantirà si potrà riuscire a piazzare e con quali sforzi? insomma a noi piace molto il bambu ma ci dispiace anche se l’interesse sfoci in delusioni che porteranno poi a riporlo nel dimenticatoio delle piante “bufala”…

        2. Manuel

          buonasera sig. Donato
          anche io ho contattato il consorzio bambù Italia e sto provando ad avere maggiori info sulla attendibilità di quanto da loro prospettato.
          Pare che ad oggi siano stati impiantati 800 ettari in tutta Italia, ma nessuno di questi impianti è già in produzione, i più vecchi sono stati messi a dimora nell’estate 2014.
          Quello che vorrei provare a capire è se loro hanno l’esclusivo interesse a vendere le loro piantine o credono davvero che si possa creare un indotto ed un mercato del bambù in Italia, date le sue innumerevoli applicazioni. Per far questo bisognerebbe capire a quale prezzo viene venduto in Italia il culmo di bambù gigante ed i germogli ad uso alimentare provenienti dall’estero per capire se i prezzi da loro indicati sono verosimili o meno.
          Se qualcuno ha info di questo tipo sarebbe bello condividerle per evitare che qualcuno faccia degli investimenti di cui potrebbe pentirsi.

        3. Alessandro Mauro

          Ciao Donato,
          anche io avevo in mente di impiantare un ettaro di bambù in Basilicata, ma prima vorrei accertarmi circa la veridicità delle informazioni presenti sui siti dei maggiori produttori.
          Volevo sapere se alla fine tu hai deciso di fidarti dei quanto detto dall’azienda in questione o meno e se hai deciso di iniziare la coltivazione.
          Grazie, Alessandro

      2. Fabrizio

        mi piacerebbe capire se (senza rivolgersi a onlymoso e co) in Italia sia possibile sfruttare seriamente la coltivazione di bambù e se si in che campo di applicazione? vi ringrazio in anticipo per il vostro tempo.

  37. Lucio

    mio padre è stato contattato (……………) x firmare un contratto per la piantagione voi cosa consigliate

    1. liberapolis

      Di stare attenti e di capire bene che tipo di garanzie vi da il contratto per essere consapevoli dei rischi che state correndo.

    1. liberapolis

      A noi hanno detto soltanto che non danno alcuna garanzia sualla futura vendita del prodotto, parlano di tempi di produzione forse più rapidi del reale e di cifre un parecchio esagerate (cosiderando anche la concorrenza del mercato cinese) proponendo un sesto di impianto troppo fitto per vendere più piantine… se tutto ciò corrisponde a vero è da verificare…

      1. Luca

        Buonasera, è possibile avere ulteriori notizie in merito. Anche io mi sto informando con chi vende ONLYMOSO ma vorrei avere ulteriori notizie sulla possibilità ed effettività del prodotto o se ci possono essere ulteriori prodotti migliori da poter coltivare per poter produrre legno di pregio.
        Grazie.

        1. liberapolis

          La pawlonia sembra avere un mercato più attendibile ed accreditato… ma non sappiamo dirti molto di più.

  38. Daniele

    Non potevo leggere parole migliori, confermo quanto scritto Grazie allamia esperienza personale.
    Diffidate dei sesti d’impianto con centinaia di piante per ettaro e diffidate di guadagni di centinaia di euro per ettaro.

    UNA LODE ALL’AUTORE DELL’ARTICOLO! ★★★

    1. nadia

      Sig. Daniele mi può dare qualche informazione in più sulla sua esperienza. Sono in procinto di effettuare un investimento con il consorzio bambo italia onlymoso…….ma prima di spendere vorrei vederci meglio e chiaro su quello che vendono e quello che dicono ricaverai……può essere così gentile …grazie Nadia

    2. fabrizio

      sig Daniele potrebbe essere più preciso ,per me è molto importante, in quanto sono in procinto di fare un’impianto, grazie

      1. Andrea

        Salve.sono vivaista da 15 anni.ho contattato molti amici vivaisti e ho visto quelli che vendono Moso ed effettivamente il Sig. Thomas ha perfettamente ragione.
        Innanzitutto il costo di ogni pianta è eccessivo!
        Secondo poi ti fanno credere che dando a loro il prodotto hai degli sconti sulle piante…ma il prezzo di partenza non è giustificato per una piantina di soli pochi mesi!
        Terzo è verissimo che nessuno prenderebbe il prodotto in Italia,potendolo trovare in Cina a molto meno!
        Consiglio:
        Non buttate soldi,l’agricoltura è morta.

        1. Giovanni

          Qualcuna è in grado di dire come dovrebbe funzionare il ritiro del prodotto finito da parte del venditore delle piantine?

        2. nunzio

          la negatività diffusa da questo articolo senza alcun dato, ma solo con supposizioni, e’ l’emblema della società in cui viviamo dove siamo quasi contenti che le cose vadano male così da non doverci assumere responsabilità per farle andare meglio, tanto vanno così e sono tutti truffatori (effetto “Striscia la notizia”) Io vi posso solo dire che il bambù “Moso” crece in Italia, é possibile visitare un piantagione in massima produzione a Cuneo e sono già nate attività commerciali legate alla vendita di germogli e prodotti alimentari. Quindi non vedo motivo di scrivere un articolo del genere, se non per secondi fini.

          Un saluto

          1. Simone Itri Autore articolo

            Grazie Nunzio per aver espresso il tuo parere! ad ogni modo non diciamo che non si può, ma solo di stare attenti alle bufale proprio perchè pensiamo al potenziale id questa pianta ci spiace se tra qualche anno le persone illuse di poter fare enormi guadagni con il bambu scopriranno che così non è e si spargerà la voce che il bambù è una bufala! …puoi gentilmente darci riferimenti più precisi e/o i contatti del bambuseto di cuneo con i riferimenti delle attività che vendono i germogli italiani? Siamo interessati anche a comprarne…
            Buon tutto
            Simone Itri

          2. Andrea

            Buongiorno, anche io ho contattato la onlymoso per un impianto, ma alla richiesta di vedere un impianto in funzione mi è stato detto che posso vederlo solo se sono intenzionato all’acquisto delle piantine.
            Comunque a parte questo essendo della provincia di Cuneo, Nunzio, potresti indicarmi dove si trova la piantagione in massima produzione e che attività commerciali sono state avviate per il commercio del prodotto?

            ciao e grazie

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